F1, il film che rende più avvincente la F1
Ma anche: il pubblico si lamenta dei troppi sequel e poi guarda solo i sequel; M3GAN 2.0, il ritorno della bambola che ha fatto impazzire Tik Tok; il nuovo Bond ha un regista.
Bentrovati.
Io sono Alessandro Apreda e questo è il nostro appuntamento settimanale con il meglio su cinema e TV dalle pagine di Screenweek.
Se avessi un euro per ogni volta che ho letto qualcuno lamentarsi sui social per questo cinema di oggi tutto sequel e remake (dove sono finiti i bei tempi andati di Rocky IV e del 14° film di 007? Eh?), vi scriverei ora dalla mia stazione spaziale privata in orbita attorno a Ganimede. Poi però succede che le nuove IP fanno una gran fatica ad affermarsi, e i soldi li fanno i sequel e/o i remake live action di film famosi, come successo nei giorni scorsi con Lilo & Stitch e Dragon Trainer.
Non dovrebbe sorprendere proprio nessuno, a questo punto, il fatto che Pixar decida a un certo punto di dedicarsi ai sequel (Toy Story 5, Incredibili 3, Coco 2 e ora pure Ratatouille 2), e amen.
La questione non è semplice, ma possiamo individuare dei fattori principali: la pandemia e la disponibilità in streaming di molti titoli a breve distanza dalla finestra nelle sale hanno cambiato le abitudini delle famiglie. Un titolo nuovo fatica ad avere la stessa attrattiva perché non esiste già un pubblico affezionato che magari ha visto il film originale duecento volte su piattaforma. Il genitore X subirà un martellamento dei timpani da parte dei suoi pargoli per andare a vedere cosa? La potenzialmente interessante nuova proposta che i figli non conoscono, o il capitolo N di una serie che conoscono a memoria? Non c’è gara.
Aggiungiamoci che in questi tempi veloci, in cui perfino le guerre arrivano e se ne vanno senza che ce ne renda quasi conto (noi. Ma vallo a dire alle loro vittime), a volte si considerano realtà scolpite nella pietra fatti che non lo sono.
Se chiedete in giro, sentirete dire ad esempio che Elemental è andato male, al cinema. E invece ha incassato mezzo miliardo di dollari: non è tantissimo, per quanto è costato, ma non è certamente un incasso deludente. Non era partito bene, ma poi ha recuperato. Solo che le news che girano sull’Internet, dicevamo la settimana scorsa, si concentrano sempre e solo su quello che va male, per la faccenda di quei milioni di Nelson Muntz, e si sono fermati alla partenza lenta. E poi? Poi è arrivato il passaparola, il meccanismo virtuoso che dovrebbe premiare ciò che merita di esser visto.
E allora, se venite a sapere di un film nuovo che potrebbe fare al caso vostro, che si tratti di una pellicola proprio per voi, per i vostri figli, per qualunque componente della vostra famiglia o persona a cui volete bene, dategliela, quella possibilità. Magari piacerà anche a voi, magari no. Ma quando sentirete intonare il solito peana su un cinema fatto di soli sequel, non vi sentirete parte del problema, ma dell’unica soluzione possibile allo stesso.
In sala da questa settimana, F1 - Il film di Joseph Kosinski è un film che ce la mette tutta per rendere avvincente la Formula 1. Nel senso: più avvincente di quella vera. Come? Tornando indietro nel tempo.
“F1 è l’attualizzazione di una formula che conosciamo bene, portata al successo da Jerry Bruckheimer e Don Simpson negli anni Ottanta. Tra Flashdance e Giorni di tuono, passando ovviamente per Top Gun e Beverly Hills Cop, i due produttori concepirono una struttura narrativa ricorrente, utile per valorizzare l’individualismo di matrice reaganiana: un approccio perfettamente in linea con l’edonismo dell’epoca, dove la ricerca del successo personale (indipendente da autorità superiori) era il credo più venerato. In fondo, lo stesso Sonny Hayes di Brad Pitt è figlio di quegli anni, e non è difficile immaginarlo sui circuiti Nascar mentre fa concorrenza a Cole Trickle, il Tom Cruise del sopracitato Giorni di tuono”.
Il resto della sfrecciantissima recensione di F1.
Quanto al concetto di rendere sullo schermo uno sport più eccitante di quanto sia davvero, è la base di ogni pellicola sportiva. Anche quelle sul calcio. Anche quelle sul calcio realizzate in Italia. Anche le commedie sul calcio realizzate in Italia. Un lungo giro di parole per arrivare a salutare Alvaro Vitali, che qualche giorno fa ci ha lasciato.
Al cinema anche M3GAN 2.0. “Torna la bambola che ha fatto impazzire TikTok (ed è sempre più attuale)”. E ancora “il sequel dell’horror virale arriva nei cinema italiani mentre Mattel e OpenAI annunciano giocattoli con intelligenza artificiale. Coincidenza? Forse. Ma il cinema ci aveva già avvisati”. L’analisi del nostro Filippo.
Vi ricordo Andiamo al Cinema, il videopodcast di interviste di ScreenWeek presentato da Roberto Recchioni. Lo trovate su YouTube e su Spotify.
Vari approfondimenti e le brevi, prima di salutarci.
Jurassic World – La rinascita: il nuovo cast e i sette dinosauri più TERRIFICANTI di tutta la saga Jurassic Park/World. Più uno.
RoboCop 2, dopo 35 anni, è meglio di quanto ricordavamo.
Pocahontas: i 30 anni di un Classico Disney che continua a dividere.
Un (signor) regista per il nuovo 007.
Aaron Sorkin per il sequel di The Social Network.
Il trailer finale de I Fantastici 4: Gli inizi.
Bugonia: Emma Stone viene rapita nel teaser trailer del film di Yorgos Lanthimos.
Callina Liang sarà Chun-Li in Street Fighter.
“Sì, però, se il Villaggio dei Caraibi va in tilt, i pirati mica si mangiano i turisti!”
(Il Dr. Malcolm di Jeff Goldblum spiega la non sottile differenza tra Disneyland e un parco pieno di veri dinosauri. Jurassic Park, 1993)
Alla prossima settimana!