28 anni dopo ed Elio sono due bei film: zombie e Pixar per il week-end
Ma anche: basta infilare ovunque la parola flop, santo cielo; i 50 anni de Lo Squalo; Galactus dei Fantastici Quattro e un paio di tonnellate di dinosauri giurassici (e non).
Bentrovati.
Io sono Alessandro Apreda e questo è il nostro appuntamento settimanale con il meglio su cinema e TV dalle pagine di Screenweek.
Un po’ è colpa di come gira Internet, cioè male. In un suo libro, Francesco Costa de Il Post spiega che negli USA le notizie negative funzionano più di quelle positive. E se proprio bisogna parlare di qualcosa di positivo, meglio presentare la stessa notizia nell’unica chiave di lettura negativa possibile. Esempio veloce esageratissimo: anziché raccontare il boom occupazionale del 99% nella citta di Vattelapaesk, un quotidiano online titolerà sull’1% di angosciati giovani privi di lavoro, vergogna.
Cosa c’entra con il cinema? Date un occhio a come vengono raccontate le cose da molti siti che se ne occupano, e dai rispettivi account social. E provate (buona fortuna) a cercare degli articoli in cui non sia presente almeno un paio di volte la parola flop.
È la schadenfreude dell’Internet, la gioia nel vedere gli altri nella polvere. E se gli altri sono le grandi compagnie che producono i film, meglio. La cosa è talmente sfuggita di mano che ormai buona parte delle news di molti portali sul cinema sono “flop ten”, divertiti resoconti sulle centinaia di milioni bruciati lì, sull’incredibile insuccesso rimediato là… E i sogghignanti e distratti lettori di quelle notizie si figurano un mondo in cui tutto va a rotoli e i film di successo semplicemente non esistono. Un esercito di Nelson Muntz dei Simpson che ripete il suo Ah-Ah! puntando l’indice verso il proprio monitor o cellulare, ignorando tutto quanto di meritevole scorre alle loro spalle.
Non si dovrebbe parlare anche delle cose belle?, vi chiederete. Eh. Di certo è quello lo scopo perseguito da ScreenWeek e, di riflesso, dalla qui presente newsletter. Dire se una cosa è bella, dire se una cosa è brutta, e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo, in genere ignorate dal linguaggio binario di internet, per cui tutto è capolavoro o schifezza.
In fondo, è molto semplice. Basta ricordarsi che si sta parlando a delle persone, non a dei distratti Nelson Muntz che cercano qualcosa su cui sfogare l’insoddisfazione e il vuoto pneumatico in cui galleggiano le nostre esistenze.
E allora parliamone, di film che meritano di esser visti. Cominciando da Elio, l’ultimo film Pixar, che “non inventa nessuna ruota e non è un film che cambierà il cinema. Ma quello che fa lo fa bene, è in grado di intrattenere praticamente chiunque sia disposto ad ascoltare la sua storia. L’elio, come gas, serve del resto a gonfiare i palloncini e farli volare via. Per quell’oretta e mezza, che tu sia una persona di mezza età o un bambino in età scolare, puoi annodarci i tuoi problemi e spedirli lontano, godendoti una storia semplice, ma raccontata con il cuore”. Il resto della mia recensione.
Se preferite non solo un bell’horror, ma una pellicola che si ricollega a una delle più belle sorprese del genere a inizio millennio, c’è 28 anni dopo, che riprende il discorso di 28 giorni dopo (2002), rimettendo in pista il ticket dell’originale, formato da Danny Boyle alla regia e Alex Garland alla sceneggiatura.
Un “film bellissimo e struggente”, dove “orrore e lirismo convivono in parti uguali”. Ma prima che finisca per infilare tra virgolette anche tutto il resto della recensione, potete leggerla qui.
Ho un unico cruccio: se il film fosse uscito nel 2030, sarebbero stati DAVVERO 28 anni dopo ;)
Perché si fanno tutti questi live action dei film d’animazione? È la domanda di cui si occupa il nuovo appuntamento con Andiamo al Cinema, il videopodcast di interviste di ScreenWeek presentato da Roberto Recchioni. Questa settimana, Roberto ha indagato con Enrico Gamba, alias 151eg, cosa si cela dietro gli adattamenti dei film animati. Trattasi di semplice "moda" o di un'operazione calcolata al millesimo?
Trovate l’episodio del podcast su YouTube e su Spotify, e lo potete anche ascoltare direttamente qui:
Le brevi, prima di salutarci.
Lo Squalo compie 50 anni: come il film di Spielberg ha cambiato per sempre il cinema.
I Fantastici Quattro: 10 cose assurde che forse non sapevate su Galactus. Tipo che è diventato Elvis o che come araldo ha avuto pure Zia May (giuro).
Jurassic World, 10 anni dopo: cosa ha rappresentato la resurrezione della saga?
Ho giocato un nuovo videogame su Tron. Ho giocato un nuovo videogame su Tron. Ho gioc… scusate, ma è tutto basato sui loop temporali.
I character poster italiani di Superman.
Trailer: Jeremy Allen White è il Boss in Springsteen: Liberami dal nulla; Portobello, la prima clip ufficiale della serie HBO su Enzo Tortora; il nuovo Una pallottola spuntata; la seconda stagione di Sandman; una featurette per M3GAN 2.0; il nuovo trailer di So cosa hai fatto. Infine, appropriatamente, il trailer finale di Squid Game 3.
“È una brutta bestia. Non è come andare a pesca di sardine o di merluzzi!”
(Il Quint di Robert Shaw cerca di spiegare ai suoi ottusi concittadini cos’è un grande squalo bianco. Lo squalo, 1975)
Alla prossima settimana! E niente bagni sull’Isola di Amity!